Il calcio è uno sport semplice. Undici giocatori che si muovono insieme. Che marcano gli avversari. E piedi buoni perché senza di quelli non vai da nessuna parte. E poi tutti che remano dalla stessa parte. Ad aiutare sempre l’altro. Perché è un gioco di squadra.
Non occorrono sofismi per insegnarlo ma un solido senso di realtà.
Vujadin Boškov era un uomo pragmatico. Lo si sentiva dalle sue interviste. Dalle sue frasi paradigmatiche. Che ti riportavano coi piedi per terra.
Come quando uscivi dal campo con la mente ormai preda della rabbia che ti avvolge pensieri e comportamenti. E vorresti una giustizia che sul campo non ti è stata concessa. E lui dice: “rigore è quando arbitro fischia”. A ricondurre tutti alla realtà. E all’inutilità della lamentela.
Quasi banale nelle sue affermazioni. Quella banalità che ti riconduce a pensieri logici. Senza troppe complicazioni. Di una solare evidenza. Quasi ad affermare che è inutile combattere con la realtà. Ché forse è meglio migliorare se stessi.
Con quell’eloquio figlio della sua origine slava che lo rendeva ancor più tagliente. Eliminando articoli e altri orpelli e rendendo la sentenza ancor più secca. Nascondendo nelle parole un’ironia che amava il paradosso.
Essenziale nelle sue indicazioni tattiche. Gioco a uomo. Perché fosse sempre certa la responsabilità di ognuno. Perché la consegna fosse chiara. E scambi veloci tra gli attaccanti con i terzini a crossare e lo stopper a ringhiare sul centravanti. Perché non esiste niente di più bello della semplicità. Così superba nel suo essere manifesta ed evidente.
E poi l’idea che un grande spogliatoio faccia una grande squadra. Come quella Sampdoria del 1991. Dove si entrava in campo in allegria. Dove più che compagni si era fratelli. Dove la leggerezza faceva superare i momenti difficili. Che sono meno neri se li si affronta insieme.
Se c’è una guida che sa condurre tutti con la sua saggezza. Acquisita peregrinando in tutta Europa: dalla Jugoslavia all’Olanda, dalla Spagna all’Italia. Accumulando quell’esperienza che si tramuta in sapienza.