Società storica il Vicenza. Data di fondazione 1902. Tanti anni di Serie A. 30 per l’esattezza.
Ad innovare anche. La prima a portare nel nome e nelle maglie un’azienda. La Lanerossi. Che l’acquisisce nel 1953 e ne fa una parte della sua galassia. Ad anticipare le future conglomerate che fanno del calcio un ramo del loro business.
E quindi tra il 1955 e il 1975 sempre in Serie A. Collezionando nel 1978 anche uno storico secondo posto. E a cullare campioni che poi diventeranno icone. Paolo Rossi per esempio.
Ma dagli anni 80 l’oblio delle serie minori. A far da spola tra la B e la C.
Nel 1994 arriva un nuovo tecnico. Che si dice sia sacchiano. Uno di quelli che credono a questo nuovo calcio fatto di zona e pressing. E che in Serie A ha preso una brutta scoppola. Forse perché inesperto e troppo audace. E quindi Vicenza diventa il suo riscatto. Il suo Nome è Francesco Guidolin.
E così prepara una squadra che corre e pressa. Che è dinamismo e coraggio. E che unisce l’esperienza dei più temprati (Di carlo, Lopez) alla audacia dei giovani. Forse dimenticando l’integralismo di un tempo.
Questa squadra viene promossa in Serie A il primo anno. Sorprende per brio e bel gioco il secondo anno nella massima serie. Finché non arriva l’anno di grazia 1996-1997. Con l’epopea della Coppa Italia.
La squadra diventa più saggia. Meno bizzosa. Sa controllare meglio la sua furia agonistica. Col valore dell’esperienza che ti fa più pragmatico. E di seguito elimina Genoa, Milan e Bologna. Fino alla finale col Napoli. All’andata perde 1-0 al San Paolo.
E il ritorno al “Menti”. Traboccante. Con una tifoseria stipata dappertutto. Ché non vedi un buco in quella marea umana. Con il famoso palo in tribuna a rendere ardua la visione dalla tv. E si compie la rimonta coi gol di Maini, Rossi e Iannuzzi. Ed è delirio in città. Di quelli che anni prima “mai avresti detto”. E invece sei qui a festeggiare.