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OSVALDO BAGNOLI

OSVALDO BAGNOLI

Sei famoso adesso. Ti pagano bene per quello che fai. Ché alla fine non puoi neanche chiamarlo lavoro. Era il gioco che facevi da bambino. Così pensi alle tue radici. Alla tua storia. E alla famiglia operaia che ti ha cresciuto. E non dimentichi mai di essere un privilegiato. A fare della tua passione la tua professione.

Osvaldo Bagnoli veniva da un quartiere operaio. La Bovisa di Milano. Lì dove si giocava a pallone nei cortili e la vita aveva il sapore della modestia. Del sacrificio. Del lavoro duro. E questo vissuto lo porta nel pallone. Ad insegnare a tutti il valore della fatica.

Quando intervistato, aveva quella faccia che sembrava voler dire che c’è gente che si alza la mattina per andare a lavorare. A smontare l’epica di giornalisti esaltati. Tanto alla fine si tira solo quattro calci ad un pallone.

E con una riservatezza proverbiale. Tanto da segnargli il tono della voce. Sempre dimesso. E quel volto che sembrava nascondersi dietro le telecamere. Perché voleva sparire dietro la squadra. Dietro i suoi giocatori. Un condottiero discreto.

E quel pragmatismo di chi conosce le cose della vita. E allora niente teorie astratte. Niente proclami rivoluzionari. Niente schemi matematici. Ma giocatori posizionati nei punti giusti. Lì dove la sua indole e il suo fisico lo esalteranno. Perché non è la realtà ad adattarsi a te ma tu ad adeguarti ad essa.

E poi lavorare sulle motivazioni. Rendendo i giocatori consapevoli dei propri mezzi. Perché dal cervello parte tutto. E allora vai con la riabilitazione di giocatori scartati da altre squadre. Facendoli sentire protagonisti. Come in quel Verona dei miracoli.

Un profeta della provincia. Lì dove si capisce meglio cosa voglia dire faticare. Senza quella superbia tipica delle capitali. A portare squadre non più abituate alle vette a girare per l’Europa. E addirittura a vincere uno scudetto. Quando nessuno lo riteneva possibile. Quando molti ti guardavano con simpatia pensando che sarebbe stato il solito fuoco di paglia.

Invece la squadra operaia vince il titolo. E allora capisci che le tue radici sono solide. Perché hai insegnato che il lavoro e la modestia pagano.

Capita molto raramente. Ma capita che la classe operaia vada in paradiso. Calcio Graffiti