Quando ero piccolo abitavo in una villa in campagna. La sera non potevo uscire perché era buio e non c’erano miei coetanei con cui giocare. Mi piaceva molto il calcio e mi piaceva ancor di più fantasticare sul pallone. E allora mi chiudevo nella mansarda e prendevo delle mollette con una pallina fatta di carta e giocavo partite infinite facendo la telecronaca. Imitando anche il boato del pubblico.
Un giorno però mi son detto: “Perché non creare uno stadio tutto mio e un gioco tutto mio?”
E allora ho cominciato prendendo il cassetto di una scrivania e pittando di verde il compensato. Poi ho cominciato a “costruire” i giocatori.
Prendevo cartone duro e ci appiccicavo le figure dei calciatori che avevo ritagliato dai giornali. Soprattutto il Guerin Sportivo. Una miniera per me. Squadre di tutta Europa. Dalla Germania alla Russia, dalla Finlandia al Belgio.
E poi ho suddiviso il campo in quadrati e ho inventato delle regole tutte mie. Molti mi hanno detto che era simile al Subbuteo ma io neanche lo conoscevo il Subbuteo.
Organizzavo il campionato e tutte le Coppe europee con tanto di calendario e annuario.
Dopo di ché quel pezzo di compensato cominciò a starmi stretto. Volevo un palcoscenico più degno per il mio gioco. E allora ci ho costruito delle tribune, e poi sono passato alle coperture.
Il mio stadio era pronto. E quando le squadre entravano in campo sembrava di sentirlo il pubblico assiepato sugli spalti.
Avevo creato il mio gioco del calcio e mi sentivo felice con i miei giocatori e con il mio pubblico immaginario. Calcio Graffiti