Il portiere sta battendo la rimessa. E tu ti avvicini a lui per raccogliere la palla. Così, a testa alta. Avanzando lentamente. Con tutto il campo davanti a te. Perché da te comincia l’azione.
E osservi tutti i movimenti. L’ala che scatta. Il centravanti che viene incontro. Il terzino che si propone. Tutto si muove attorno a te. E tu devi prendere la scelta giusta. Magari lanciando lungo. Accompagnando il gesto alla speranza.
E poi quando attaccano gli altri, sempre lì a coprire i buchi. Dietro la difesa. A capire prima dove l’azione finirà. A interpretare la volontà degli altri. Come un preveggente. Come un matematico ad analizzare algoritmi.
E così ti capita di frapporti ad una traiettoria ed uscire palla al piede. A seminare avversari con finte di busto. Per poi appoggiarla a chi è deputato all’attacco e tornare dietro. Tra le retrovie.
Perché sei elegante tu. Con il petto in fuori a marcare autorevolezza. Libero dall’inseguimento dell’uomo. Un piede gentile tra tanti piedi ruvidi. Un principe tra i suoi popolani.
Eleganza e umiltà sono le tue doti. Tu che hai la visione del centrocampista ma la rudezza del marcatore.