Manca poco per entrare in campo e ti fai il segno della croce. Perché oggi è un altro di quei giorni in cui c’è da tirar la carretta. Lì in mezzo a macinare chilometri con un occhio avanti e uno dietro. A farti il culo per gli altri. Ché poi magari si prendono pure i meriti mentre tu gli coprivi le spalle e lui provava il dribbling con doppio passo.
Ché poi la palla la sai trattare. Non è male il tuo piede, ma devi comunque guardarti dietro perché altrimenti va tutto a puttane. Devi coprire per non lasciar scoperta la difesa e avanzare per portare la palla agli attaccanti. Loro sì che se la godono. Un tocco di sponda ogni quarto d’ora, un movimento in verticale e poi si gioca tra 5 minuti.
Tu no. Perché anche quando non c’è la palla, devi muoverti come se un filo invisibile ti costringesse al dinamismo.
Carattere e orgoglio: questo tu sei.