5 gennaio 1997 Milano
39’ Inter-Roma
Serie A 1996/1997
Volare nell’aria. Proiettarsi con il corpo alla ricerca della palla. Sfidare la legge di gravità e la sua magnetica attrazione.
Vaga un pallone nell’area di rigore. Dopo una parata di piedi di Sterchele e una respinta malaccorta di Petruzzi. Sulla casuale traiettoria si trova Youri Djorkaeff. Sul vertice dell’area piccola. Una palla che si alza altissima e ricade improvvisa.
Giocatore vezzoso Djorkaeff. Capace di accarezzare la palla con leggerezza tanto da innamorarsene troppo. Così da tenerla geloso tra i suoi piedi. Senza concederla ad altri.
Croce e delizia. Talento che sconfina nel lezioso.
Ora la palla sta scendendo. Come fosse una goccia di pioggia. In verticale. Il francese, quasi assecondando un istinto, si stende nell’area. Non in verticale come si è usi fare per una rovesciata. Ma in orizzontale. E poi come in un morso di serpente colpisce la sfera. Con una sforbiciata secca e nervosa.
La palla supera l’ostacolo frapposto dal malcapitato Petruzzi e assume una traiettoria maligna. Quasi ad evidenziare la follia di quel gesto. Perché si alza e ricade improvvisa. Col portiere della Roma che non ha neanche il tempo necessario alla consapevolezza.
Il pubblico in piedi applaude. Pregustando il piacere del ritorno a casa racconteranno il gol ad amici e parenti.
Potendo dire a tutti: “Io c’ero quando Youri Djorkaeff segnò in rovesciata”.