Combin è a terra. Naso e zigomo fratturato. Inseguito per tutta la partita dalla furia degli avversari. Perché lui è il traditore. Che ha rinnegato la patria per diventare francese. Senza fare il militare. E allora è caccia all’uomo. Perché quell’uomo non deve uscire dal campo sulle sue gambe.
La partita di andata era finita 3-0 per il Milan a San Siro. Dominio assoluto. Un’impresa disperata per la squadra della piccola cittadina di La Plata. Che viene accolta da La Bombonera. Dove il pubblico terrorizza e gli spalti tremano. E se non è possibile vincere, almeno gli europei dovranno provare la paura.
E questo clima di terrore parte sin dal principio. Con il pubblico che accoglie il Milan con gavettoni di caffè caldo. E dopo poco arrivano i giocatori dell’Estudiantes che entrano in campo calciando palloni addosso ai rossoneri.
E così parte la mattanza. Con entrate a gamba alta da kamikaze. Gomitate in pieno volto. Cazzotti a tradimento. Tutto questo mentre il Milan in contropiede classico segna il gol della sentenza con Rivera. Per poi subire negli ultimi due minuti del primo tempo due gol.
E poi il secondo tempo. Con il risultato ormai bloccato. Così non resta che la corrida. A far sfoggio di violenza. Per ribaltare il risultato tecnico con una battaglia pugilistica. Come nel tentativo di punire la superiorità nel palleggio con un’esibizione di machismo.
In evidenza ci sono il portiere Poletti, e i difensori Aguirre Suarez e Manera. Che verranno anche arrestati e squalificati. Che menano qualsiasi cosa abbia una maglia bianca e parli lingua italiana. Tra l’indolenza e l’inerzia dell’arbitro Massaro che sonnecchia beato mentre volano tibie e setti nasali.
Il Milan in un’eroica resistenza vince la Coppa Intercontinentale. Mentre Combin viene arrestato a fine partita per renitenza alla leva. Salvato poi da un intervento diplomatico. Ma la vittoria più importante è essere tornati a casa. Salvi.