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BALLOTTA E FONTANA. LONGEVITÀ TRA I PALI

BALLOTTA E FONTANA. LONGEVITÀ TRA I PALI

Hai 40 anni e tutti ti dicono di smettere. Ma tu non sai fare a meno di quella morsa al cuore che ti prende quando entri in campo. Quell’adrenalina selvaggia che ti rianima quando l’attaccante sta per calciare. Quel magone che ti strozza quando senti il boato dello stadio. Non sai vivere senza queste emozioni.

E allora continui. Imperterrito. A difendere i pali. Con l’esperienza come consigliera. Che ti permette di capire prima. E di guidare gli altri. Troppo giovani e incoscienti. Tu che ne hai viste tante ormai.

Perché ormai sei la chioccia. E hai un consiglio buono per tutti. Un punto di riferimento nello spogliatoio. A dispensare consigli. Guardando indietro alla tua carriera. Guardando ai giovani e ripensando a quello che eri.

Ballotta e Fontana non avevano voglia di smettere. Una carriera andata oltre i 40 anni. E il meglio l’hanno riservato alla fine. Con il tempo che li rendeva più preziosi come fa col buon vino. Quasi che l’esperienza avesse giocato a ringiovanirli.

E ciò che magari perdevano in agilità lo acquisivano in affidabilità. A regalare sicurezza ai difensori che guardavano alle loro spalle con serenità. Perchè dietro di loro c’era chi, quella porta, quei pali li conosceva come si conoscono  i muri della propria casa.

Hanno smesso tardi Fontana e Ballotta. Perchè non sapevano stare senza il calcio. E anche quando hanno appeso i guanti al chiodo, la passione è rimasta viva come fuoco sotto la cenere. E allora il nonno Ballotta è andato a giocare in Prima Categoria. Come attaccante. A vedere il campo da un altro punto di vista. E per la prima volta ha desiderato che la rete si gonfiasse. Dopo tanti anni passati a difenderla come il più caro dei suoi figli.

Perchè il pallone è una droga da cui è difficile staccarsi. E l’area piccola è la tua casa. E non è facile lasciare la propria casa.