Capita di girare per squadre e città. Ma solo una riconosci come la tua casa. Solo lì senti di star bene. Tanto che fai parte di quella gente. E solo l’ambizione o le insondabili strade del mercato ti distaccano di lì. Altrimenti mai rinunceresti a quell’oasi di serenità.
Bari per Maiellaro. Reggio Calabria per Cozza. Le loro case. In quella provincia assetata di piedi buoni. Che lotta per salvarsi. E che in campo mette la grinta dettata dall’istinto di sopravvivenza. Fatica e sudore.
E all’improvviso il lampo. Con la palla che riconosce chi la tratta con gentilezza e garbo. E rimane lì a farsi accarezzare da piedi delicati. Ad illuminare il gioco. A rendere ancor più preziosi i chilometri percorsi dai compagni. Che ti affidano la palla con reverenza. Sapendo che ne avrai cura. Che riuscirai a uscire dall’ordinarietà del passaggio in orizzontale.
Cozza e Maiellaro. Fuori dagli schemi. In una posizione di campo indefinita. Tra le linee. A gettar scompiglio tra i reparti avversari. A giocare con la fantasia lì dove si pratica umiltà e pragmatismo.
Sono andati in altre squadre. Ma hanno sempre sentito di vivere in trasferta. Ché un giorno sarebbero tornati. Lì dove tutti li chiamano per nome. Come persone di famiglia.