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L’ALLENATORE NEL PALLONE

L’ALLENATORE NEL PALLONE

“Bi-zona sta per bis-zona cioè due volte zona. Come se io a lei dicessi bistrò, che non significa bistrot francese, ma due volte str***o. Arrivederci.”
“Africano e maleducato”

L’avanspettacolo applicato al mondo del pallone. Con tutti i suoi luoghi comuni. In un caleidoscopio di stereotipi calcistici. Il nebuloso calcio mercato, le partite truccate, il brasiliano sconosciuto dal talento portentoso, gli ultrà che minacciano il mister.

Una serie di gag in cui ogni tifoso rivede le coordinate del mondo calcistico. Con l’impressione di esserci già stato. Di aver trattato questo argomento. Ma rivedendolo esasperato da una comicità così smaccata da diventare un manifesto. Come quel Crisantemi (volto pallido da rigor mortis) che porta rogna o la procace Presidentessa che  se la fa col capitano.

Niente di sussurato, niente humour inglese. Ma caratterizzazioni nette. Tanto da diventare esse stesse luoghi comuni. Così, sui campetti dei bambini, un funambolico attaccante diventerà subito Aristoteles e i magheggiamenti per perdere un campionato ricorderanno il Presidente Borlotti.

E in tutto questo un Lino Banfi che fa da mattatore. Che maramaldeggia come fosse su un palco di un teatro a giocare con la lingua italiana. E quell’accento che trasforma tutte le A in E.  A rappresentare l’anima popolare e verace di un allenatore rustico che ricorda la stirpe dei Mazzone. Quelli che dicono quello che pensano. E che quando il padrone gli impone la sconfitta, si ribella.

E poi a duettare con i protagonisti veri del pallone. Pruzzo, Ancelotti,  Damiani, De Sisti. Attori poco credibili ma che si prestano a sfottere il loro mondo.

Comicità facile si direbbe. Dalla trama esile. Ma sfido qualunque appassionato di calcio a non commuoversi di fronte all’ingresso in campo di Aristoteles. Negli ultimi minuti dell’ultima giornata. Quella decisiva per la salvezza. Con il brasiliano che dribbla a mo’ di slalomista l’intera squadra avversaria.

E la Longobarda rimane in Serie A.  Con tanti saluti al Presidente, alla Presidentessa e a Speroni.