C’è un muro giallo in Germania. Un muro che si muove e respira. Che sembra scendere e spargersi sul campo. E ondeggia come corpo unico. E quel muro diventa un mare. Un mare giallo.
Nella tribuna sud del Westfalenstadion si sta in piedi. Perché tutti devono tifare. E non esiste più il singolo. Tutti partecipano.
E si confondono con gli altri. Così che per un attimo il Borussia Dortmund diventa un corpo fatto di migliaia di corpi. Un organismo con un’anima.
È sempre pieno il Westfalenstadion. Perché lì ci vanno i minatori della Ruhr. A prendere aria dopo ore sotto terra. A ripulire i polmoni con canti liberatori. E per dare la possibilità a tutti di accedere, i costi sono popolari. Perché tutti possano partecipare. Perché non sia appannaggio di benestanti. Ma tutti si sentano parte della squadra.
Attori protagonisti. Non semplici spettatori. Perché qui si salta e si canta. Si tifa. Perché il calcio è uno spettacolo in cui si partecipa. Non si sta come al cinema a vedere il film e mangiare pop corn.