Può un secondo racchiudere un anno intero?
Come se quello accaduto prima non avesse più valore. Gli allenamenti con le gambe che dolevano, ché volevi solo chiuderti in un pub per sentire la freschezza alcolica di una pinta. L’ansia del pre-partita a pensare che lì c’erano 50000 fuori ad aspettarti e a giudicarti. I calci dati e ricevuti. Le cazziate del Mister. Le videocassette a studiare gli avversari.
Nulla ha più valore. Solo una palla lanciata a casaccio in avanti da Dixon. L’ultima azione di quel Liverpool Arsenal che un caso istrione aveva voluto all’ultima giornata. Valeva il titolo. La prima contro la seconda. L’Arsenal avrebbe dovuto vincere con due gol di scarto.
E allora l’ultima azione. Tutta una stagione dietro un lancio a cercare una benedizione dall’alto. Poi un passaggio filtrante di Smith che qualche centrocampista dovrà pur raccogliere. E poi Thomas che da dietro si inserisce e grazie ad un rimpallo si trova davanti al portiere e insacca.
E poi il nulla, il vuoto dell’incoscienza. Come se si facesse spazio dentro di te. Come se tutto quello che avevi accumulato in un anno intero deflagrasse. Tutte le bestemmie, le speranze, le attese, le ansie. Tutto si mescola in una massa informe che prende le sembianze di un urlo. Sguaiato e incontrollato.
Quel rimpallo sarebbe potuto finire un metro più in là e invece no. Perché il destino sa essere accomodante e si diverte a giocare con i nostri sentimenti.